Il mal di schiena, o meglio, la lombalgia, che colpisce il tratto lombare della colonna vertebrale,
è un dolore localizzato all'altezza della vita, che può farsi sentire più da un lato che dall'altro e che può
irradiare ai glutei o anche lungo tutta la gamba quando diventa sciatica.
A seconda della durata della sintomatologia dolorosa, la lombalgia viene divisa in acuta e cronica:
- la fase acuta dura in genere una quindicina di giorni ed è normalmente dovuta ad una lesione di una o più delle strutture che compongono la colonna vertebrale.
- nel caso della cronica subentrano altri problemi che si possono riassumere nel fatto che la colonna
non riesce più a ritrovare il suo delicato equilibrio e dunque si trova in uno stato di sofferenza permanente.
È importante però dire che qualunque componente della colonna vertebrale (come ogni altro osso, legamento,
struttura del nostro corpo), ripara di norma nel giro di 20/25 giorni. Se però questa riparazione non è perfettamente funzionale, il dolore può persistere.
Innanzi tutto si reca dal medico, il quale, effettuerà l'esame clinico. Se - come probabile - l'esame clinico non rivelerà alcuna causa grave, consiglierà una giusta dose di attività fisica, qualche trattamento fisico sotto la guida di mani esperte (fisioterapia, manipolazoni, ginnastica, rieducazione posturale), e qualche pausa di riposo quando il dolore si fa più intenso. Il mal di schiena sparirà comunque nel giro di qualche settimana, ma, per accelerarne la regressione, il medico potrà prescrivere un farmaco antidolorifico o antinfiammatorio. Togliendo il dolore infatti si favorisce un precoce recupero completo del movimento che, a sua volta, facilita l'autoguarigione.
È possibile, ed il punto cruciale è proprio questo; bisogna evitare che il dolore cronicizzi. La prevenzione delle recidive è possibile grazie a quella che è stata codificata come "back school" cioè una buona educazione funzionale della schiena che si può ottenere con un numero relativamente ridotto di sedute di ginnastica mirata alla corretta impostazione posturale ed ergonomica della colonna vertebrale Una volta appresa la tecnica insegnata da rieducatori esperti, il paziente acquisirà da sè la capacità di mantenere posizioni corrette, sollevare correttamente i pesi ed in generale gestire opportunamente la propria postura e tono muscolare.
Con quello che i medici chiamiamo il "ricondizionamento", cioè la rieducazione della colonna vertebrale attraverso esercizi mirati al recupero della sua piena capacità funzionale. Questi esercizi andranno fatti sotto la guida di personale esperto, anche perché - soprattutto all'inizio del ciclo di terapia (che in genere dura come minimo 3/4 mesi) - è possibile che il paziente provi dolore, ed è essenziale che il terapista si accerti che il dolore sia legato alla "rimessa in moto" della schiena e non rappresenti invece l'effetto di una nuova lesione. Il ricondizionamento dunque, lavora su tutte le componenti organiche della colonna vertebrale, rinforzando i muscoli e recuperando l'articolarità e quindi l'ampiezza e potenza del movimento.
Le cause dei dolori cervicali sono diverse. Nella maggior parte dei casi (80-85%), all'origine del dolore, c'è un'alterazione non grave, che interessa le strutture meccaniche situate nella regione delle prime vertebre della colonna: si tratta dei muscoli, dei legamenti, dei dischi intervertebrali e delle articolazioni posteriori che garantiscono sia il movimento (il collo ha un'estrema mobilità per consentire allo sguardo di orientarsi in tutte le direzioni), che il sostegno (il collo, struttura esile, sostiene la testa che è molto pesante). In questa situazione, spesso, si inserisce lo stress che, provocando una contrattura della muscolatura, favorisce l'insorgenza di micro-lesioni.
La terapia farmacologica elimina il dolore, ma se si vuol stare meglio nel tempo bisogna cambiare il proprio stile di vita: fare attenzione alle posture quotidiane e svolgere un'attività fisica regolare che coinvolga tutta la parte superiore del tronco. Se i dolori persistono nel tempo, l'intervento dello specialista è indispensabile per recuperare un movimento nella maniera migliore e più corretta. Si possono utilizzare terapie manuali (manipolazioni…) o insegnare degli esercizi specifici, controllando che vengano eseguiti correttamente. E' fondamentale far capire al paziente che la fase iniziale di recupero deve essere guidata dallo specialista, ma che, per mantenere in modo duraturo una corretta postura, è indispensabile svolgere per tutta la vita un'attività fisica regolare.
Nella maggior parte dei casi è una postura scorretta, spesso anche qui di origine familiare, che però può essere corretta con facilità durante la crescita. Non è detto che se il papà ed il nonno hanno un antiestetico dorso curvo, e di conseguenza spesso anche mal di schiena e male al collo, anche il figlio lo debba avere: si può migliorare con il passare delle generazioni. In altri casi, ci può essere un problema di crescita delle vertebre, che si chiama osteocondrosi, od osteocondrite, o morbo di Scheuermann: le vertebre invece di crescere come dei cubetti, diventano dei cunei e questo facilita l'incurvamento in avanti. Cuneizzandosi, la vertebra continua ad essere sempre più schiacciata anteriormente, e questo rende progressivamente sempre più difficile una crescita corretta
La lombalgia cronica è un puzzle composto da tre tipi di pezzi: i problemi fisici, i problemi psicologici ed i problemi sociali. Non si può curare una lombalgia cronica senza riabilitare tutti questi problemi, uno per volta, con calma, consentendo al paziente di rimettere insieme tutti i pezzi. Perché la riabilitazione anche in questo caso è e rimane comunque un percorso individuale, che il paziente fa da solo con l'aiuto del rieducatore. Quindi: lavoro sul versante fisico (esercizi), lavoro sul versante psicologico (è fondamentale l'approccio cognitivo-comportamentale – ossia sapere, conoscere per comportarsi adeguatamente) e sociale (di nuovo modalità di comportamento).
I danni fisici conseguenti a mesi di dolore ci sono e si fanno sentire molto. Il concetto fondamentale degli esercizi è però anche qui comportamentale. Si deve re-imparare che il movimento in generale non solo non fa male, ma fa bene anche se sul momento può sembrare aumentare il dolore. In questo caso si sceglie una tecnica a gradini, con esercizi che sono l'uno la logica prosecuzione dell'altro. Con il tempo, più o meno lentamente in base a quanto consentito dalle condizioni del paziente, si deve inesorabilmente risalire la scala della forma fisica, perché solo così si potrà stare meglio.
Chi la usa troppo e chi la usa troppo poco, ossia lavoro fisicamente impegnativo e lavoro sedentario.
Perché stando fermi la muscolatura è contratta. Il muscolo è come una spugna: se rimane contratto non arriva il sangue, che è quello che apporta ossigeno e nutrimento. Quindi o la spugna si rilascia regolarmente (come avviene muovendosi), oppure il muscolo rimane senz'aria. Lo stesso problema riguarda poi il disco intervertebrale, che è l'ammortizzatore tra le ossa della schiena: le vertebre. Al disco non arriva direttamente il sangue, ma il nutrimento deve passare attraverso l'osso della vertebra. Perché sia possibile ci vogliono delle pressioni alte che solo il movimento consente di sviluppare.
Essenzialmente perché l'osso è esattamente come il muscolo: se non lo si allena, se non lo si usa, allora non si rinforza e perde progressivamente la propria forza, e la capacità dell'osso di affrontare gli sforzi a cui viene normalmente sottoposto nella vita quotidiana.
Sì. Per esempio si possono fare esercizi di carico sulle ossa, ma anche un'attività fisica aerobica, la cui funzione è quella di migliorare l'irrorazione, cioè l'arrivo del sangue ai tessuti, con tutti i relativi materiali nutritivi, con l'ossigeno ma anche con gli eventuali farmaci che sono stati prescritti.
Quando stiamo bene e vogliamo solo fare della prevenzione, dobbiamo fare dell'attività aerobica (quella che provoca il fiatone) e di carico sulle ossa (per esempio fare le scale) Quando abbiamo già verificato che c'è una perdita di massa ossea, quindi un inizio di osteoporosi (osteopenia come la chiamiamo noi medici), allora va ancora bene l'aerobica, ma si devono fare anche esercizi di equilibrio e di rinforzo muscolare. Se invece abbiamo una vera osteoporosi, magari con già una frattura, dobbiamo evitare di sovraccaricare l'osso sia con gli esercizi, sia soprattutto nella vita quotidiana: evitare assolutamente soprattutto di piegare in avanti il busto perché le vertebre potrebbero cedere.
Le posizioni scorrette sono un problema: lo sono per il mal di schiena ma anche, durante la crescita, per il dorso curvo, tecnicamente chiamato ipercifosi, un'accentuazione della normale curvatura che tutti noi abbiamo alla colonna vista di profilo a livello del torace. In caso di dorso curvo la curvatura risulta accentuata. L'assunzione di una postura scorretta in età evolutiva può essere particolarmente importante se mantenuta a lungo, perché la curva che avremo acquisito a fine crescita ce la terremo per il resto della nostra vita.
Gli esercizi per il trattamento della scoliosi hanno come obiettivo:
- Far riconoscere al soggetto la deviazione.
- Insegnargli il movimento che tende a correggerla.
- Abituare il soggetto a mantenere la correzione in ogni situazione.
- Correggere le alterazioni determinate dalla scoliosi.
Nella maggior parte dei casi è una postura scorretta, spesso anche qui di origine familiare, che però può essere corretta con facilità durante la crescita. Non è detto che se il papà ed il nonno hanno un antiestetico dorso curvo, e di conseguenza spesso anche mal di schiena e male al collo, anche il figlio lo debba avere: si può migliorare con il passare delle generazioni. In altri casi, ci può essere un problema di crescita delle vertebre, che si chiama osteocondrosi, od osteocondrite, o morbo di Scheuermann: le vertebre invece di crescere come dei cubetti, diventano dei cunei e questo facilita l'incurvamento in avanti. Cuneizzandosi, la vertebra continua ad essere sempre più schiacciata anteriormente, e questo rende progressivamente sempre più difficile una crescita corretta
E' possibile utilizzare delle tecniche di terapia manuale per mobilizzare la colonna favorendo, se è vera l'ipotesi della compressione all'origine del dolore, un maggior spazio per il transito della radice nervosa. Se è invece vera l'ipotesi dell'infiammazione, allora il beneficio deriva proprio dalla mobilizzazione secondo regole di corretto svolgimento del dolore: questo favorisce l'afflusso di sangue e l'asporto di cataboliti, consentendo quindi e e dei disturbi di sensibilità.
Certo. Una delle tecniche più usate per il trattamento del dolore che si irradia lungo gli arti è costituito da una serie di esercizi abbastanza semplici messi a punto da un fisioterapista neozelandese (McKenzie) che cercano di ridurre la pressione del disco sul nervo spingendo la parte di disco che comprime, nella sua posizione normale. Anche in questo caso è però possibile che si tratti semplicemente della mobilizzazione ben regolata secondo l'andamento del dolore a dare il beneficio.
Prima di tutto è importante sapere che da un punto di vista scientifico è stato provato che lo sport fa male se fatto troppo o se fatto troppo poco e male; quindi, lo sport agonistico va interpretato come un vero e proprio lavoro: come sul lavoro si deve imparare come usare il proprio corpo, per un atleta è essenziale una buona preparazione fisica, uno studio attento del corretto gesto tecnico e l'adozione di tutte quelle misure preventive durante gli allenamenti che possano consentire di evitare da un lato l'infortunio acuto, dall'altro il sovraccarico cronico. Per quanto riguarda invece lo sport per divertimento, il mal di schiena è costellato di proibizioni più che di permessi, secondo una serie di preconcetti che spesso nulla hanno a che fare con la realtà. In generale si può dire che un adulto fa quello che riesce a fare, che è compatibile con la sua vita familiare e professionale e, soprattutto, che continua a fare ciò che lo diverte. Raramente farà qualunque tipo di attività fisica solo per dovere. Quindi si deve stare molto attenti con le proibizioni.
Fare attività fisica regolarmente due volte alla settimana, fare sempre un buon riscaldamento prima di cominciare, evitare sport a cui non si è allenati o impegni fisici cui non si è preparati e, se dopo qualche mese di attività, continuate ad avere dolori durante lo sport che vi piace, allora cominciate a prendere in considerazione la possibilità di cambiarlo. Chiaramente, per alcune situazioni particolari il medico esperto di colonna vertebrale sarà sempre disponibile per dare i consigli giusti. Per i bambini, invece, fare di tutto e di più, ma sempre sotto la guida di un buon educatore fisico: si devono migliorare le qualità motorie per vivere bene, più che pensare solo ad un risultato agonistico.